Un tempo c'era un giardino segreto: fiori profumati dai colori delicati, grandi alberi sempreverdi, arbusti di lentisco, mirto e more squisite.
Il luogo era circondato da un muro molto alto e i bambini del paese cercavano da tempo il modo e l'occasione di potervi entrare. Un giorno uno di loro, allontanatosi dagli altri, intravede una piccola apertura dietro un groviglio di cespugli di rovi.
A fatica e graffiandosi si fa largo tra i rami ed eccolo dall'altra parte del muro.
Toni, così si chiama il bambino, entra con circospezione, prende coraggio e si inoltra tra giganteschi alberi di ulivo, mandorli carichi di frutti, carrubi e lecci vetusti.
Finalmente! ora può vedere cosa c'è, al di la del muro, in quel giardino nascosto!
I suoi piedi sfiorano calendule e timide pratoline. Iris color dell'indaco gli danno il benvenuto e tutti si rallegrano nel vedere, dopo tanto tempo, un essere umano.
"È un bambino! un bambino! finalmente!",
annunciano i Gigli selvatici inchinandosi al passaggio di Toni nella speranza che il gesto garbato lo convinca a giocare con loro.
Il bambino non li degna di uno sguardo! Gironzola un po' di qua e un po' di la nel Giardino. In fin dei conti questo posto non è così interessante come se l'era immaginato!
Si ferma un poco ad osservare le formiche che in fila indiana, zig-zagando fra fili d'erba e sassi, portano provviste al formicaio. Due piccole lucertole si inseguono incuranti del caldo e di Toni.
Ad un tratto si rende conto di non sentire più le voci degli altri bambini che giocano al di là del muro e pensa: "di sicuro, Luca e Angelo sono andati alla cava, senza di me!"
Accaldato e stanco si rannicchia ai piedi di un grandissimo, vecchio albero di ulivo per riposarsi un pochino prima raggiungere gli altri alla cava abbandonata.
La brezza agita le piccole foglie mostrando ora il colore argento ora il verde intenso. Ad un tratto qualcuno con voce profonda dice:
"mi chiamo T E M P O. Ehi tu! chi sei? e come sei entrato?"
Toni fa un balzo e si guarda intorno, ma non c'è nessuno. "Chi è? Lo giuro, non volevo entrare, ma… era aperto!" sussurra con un filo di voce spaventato a morte.
"Non temere – continua la voce – non ti voglio fare del male. Tanto, tanto tempo fa, i Gigli selvatici mi hanno raccontato di un piccolo d'uomo nel Giardino. Ma si sa, quelle effimere creature sono solite inventarsi delle storie per ingannare il tempo. Non gli ho creduto, sono secoli che qui non viene nessuno. Eppure ora ti vedo, sei qui ai miei piedi. Mi vuoi dire il tuo nome?"
Toni si rassegna all'idea che sia stato proprio l'albero a parlare.
Ma quanto tempo ci ha messo per dire poche frasi! sembra quasi che l'ulivo parli al rallentatore!
Ad ogni modo lui in fondo è un bambino educato e risponde: "mi chiamo Toni. Sono entrato dal buco nel muro. Ma ora me ne vado a giocare con gli altri! e tanto per la cronaca, di sicuro i Gigli si riferivano a qualcun altro, visto che io sono qui solo da una mezz'ora!"
A questo punto Toni si dirige con decisione verso l'entrata nel muro, "ma cosa è successo qui!?" il muro ora è quasi completamente crollato. Non se ne cura più di tanto ed esce dal giardino. Cerca di raggiungere Luca e Angelo, ma niente! non riesce ad orientarsi, dov'è finito il sentiero per la cava? Sconsolato ed anche un po' irritato s'incammina verso casa.
A poche centinaia di metri dal paese… qualcosa davvero non va! Le strade non sono più dove le ha lasciate e dopo aver girato in lungo e largo riesce a malapena a trovare casa sua. Ma qui trova degli sconosciuti al posto della sua famiglia. Toni urla in preda alla rabbia e spavento: "dov'è la mamma? e le mie sorelle? dove sono tutti quelli che conosco? perché mi guardate in quel modo e non rispondete?"
Non sa più cosa pensare, tutte le persone che incontra sono vestite in modo diverso, mai visto prima, nessuno sembra capire le sue parole e nemmeno lui comprende quello che dicono.
Vaga per il paese disperato. Infine al tramonto, decide di ritornare al Giardino dove tutto è cominciato in quel dannato pomeriggio. Ora si può facilmente passare attraverso l'ampio crollo del muro. Ritrova l'ulivo del TEMPO.
Piange e implora l'albero di fare qualcosa per lui, qualunque cosa. Infine esausto si addormenta.
Strane creature affollano i suoi sogni e ad un tratto proprio quando il sonno profondo sta per cedere il posto alla veglia, crede di riaprire gli occhi e vede tutto il Giardino, alberi, fiori e rocce girare in tondo come in un vortice sempre più veloce, più veloce, veloce.
Fino al punto che ogni forma diventa informe e si mescola tutto in un'unica immagine: le spire del tronco di un ulivo secolare.
Ora è sveglio, alza lo sguardo e si ritrova disteso ai piedi dell'ulivo in un caldo pomeriggio di primavera.
Tutto è com'era al principio.
Il varco nel muro è tornato ad essere un piccolo buco dove Toni passa a malapena.
Oltre il muro, Luca e Angelo urlano e litigano come al solito.
Veloce come il vento mette le ali ai piedi e corre verso casa: oh! che sollievo! ogni cosa è tornata al suo posto: le strade, la piazza del paese, casa sua, la mamma e persino le sorelle dispettose. Toni salta e canta dalla gioia. Allora la mamma piuttosto brusca gli chiede: "ma che ti è preso? sei impazzito? sicuramente sei stato tutto il giorno sotto il sole a giocare. Vai subito a lavarti le mani per la cena."
A tavola Toni tenta di raccontare la sua disavventura, ma naturalmente nessuno crede alle sue parole. Si sa, i bambini inventano un sacco di storie! e le sorelle poi, lo prendono in giro per tutta la sera. Toni finalmente si addormenta sereno nel suo letto, sicuro anche lui che si sia trattato solo di un terribile incubo, chissà il sole, il caldo o forse il profumo intenso dei Gigli!
Tuttavia il mattino seguente guardandosi allo specchio mentre si lava i denti, gli sembra di scorgere una strana luce verde intenso nei suoi occhi marroni e le pupille sembrano di un color argento come foglie d'ulivo.
Toni ritornerà molte volte al Giardino ma non gli capiterà mai più di rivivere quella brutta avventura.
Da allora in poi, diventa il custode degli Ulivi del Giardino, si prende cura di loro dissetandoli in estate.
Ascolta con pazienza i loro l-e-n-t-i-s-s-i-m-iiiii racconti popolati di uomini che vestono pelli d'orso e dipingono simboli arcaici nella grotta vicino al mare. Delle pietrefitte innalzate al cielo. E poi di antichi guerrieri a cavallo che si facevano chiamare Messapi e popolavano la sua terra molti anni prima di lui. E ancora di genti venute dalle coste orientali ed occidentali del Mediterraneo.
Toni il custode degli Ulivi, molti e molti anno dopo, in un pomeriggio di novembre si addormenta per l'ultima volta sulle radici del TEMPO e così quella notte egli assume le sembianze di un fungo color arancio che cresce ai piedi di vecchi alberi d'ulivo.
Nelle notti invernali alla base degli ulivi del Salento si possono scorgere piccole, strane forme luminescenti. È Toni che ritorna a trovare i suoi lenti amici.