Le nostre origini di sapiens: da nomadi cacciatori–raccoglitori ad agricoltori stanziali. Tutto comincia in quell'area che abbraccia la Mesopotamia, il sud dell'attuale Turchia fino al delta del Nilo, la cosiddetta Mezzaluna Fertile solcata dai grandi mitici fiumi dell'antichità: il Nilo, il Giordano, il Tigri ed Eufrate. Qui le prime rudimentali forme di agricoltura. Dall'allegoria dell'Eden, inteso come paradiso, scaturisce il concetto di Giardino (sostantivo di origine persiana, giardino = paradeisos) come area recintata, distinta dal "caos" della Natura. L'uomo del Neolitico, probabilmente per caso, scopre il segreto della semina delle granaglie finalizzata alla raccolta. Dal momento che tra le due fasi passa del tempo, si rende necessario circoscrivere il luogo, contrassegnarlo allo scopo di identificarlo succesivamente per il raccolto: ecco l'origine del Giardino.
I primi insediamenti e luoghi di culto arcaici: Gobekli Tepe (12.000 anni fa), Alacahöyük (7500 anni fa) dove l'umanità ormai affrancata dalla continua ricerca di nuove aree di raccolta e caccia, muove i primi passi verso organizzazioni sociali stabili. Si celebra e si tramanda questa importante conquista dell'uomo, attraverso il mito dell'Eden come memoria allegorica della nascita dell'agricoltura. Nel sud della Turchia, nei dintorni delle prime città, un bassorilievo narra la storia del Re Adam, colui che del Giardino è custode, colui che sorveglia il luogo dove gli Dei si manifestano sulla Terra!
Il sogno dell'umanità di dominare il tempo ha determinato la sua cacciata dall'Eden dell'eternità. L'uomo del paleolitico scandiva il tempo secondo le fasi lunari, il corso delle stagioni, l'alternarsi del giorno e della notte. Un tempo ciclico, rappresentato attraverso il simbolo della Spirale, che dava la certezza del ripetersi ad intervalli regolari degli eventi naturali. Poi con l'avvento delle religioni monoteiste, per sottolineare l'unicità di fatti irripetibili, il tempo viene raffigurato nell'immaginario colletivo come linea retta ponendo l'accento sul prima e il dopo. L'uomo moderno corre lungo un rettilineo temporale che sfugge al suo controllo ed anela il ritorno ad un rassicurante Tempo ciclico scandito dalle stagioni, il "respiro di Madre Terra".
Nel gennaio 2011 nasce l'azienda agricola. La scelta del nome è un omaggio sia alla storia dei miti legati alle parole Giardino e Tempo sia al nostro territorio: il Salento, regione di ulivi secolari e millenari. I terreni dell'azienda sono condotti ad uliveto. L'Ulivo, questa pianta che in natura segue un andamento arbustivo, è stata modellata nei secoli dalla cura e dal lavoro di potatura dell'uomo. Quando il contadino pianta un ulivo, non lo fa per sé ma per le future generazioni. Siamo custodi, non proprietari degli ulivi! La lentezza con cui crescono e vanno in produzione, racchiude una saggezza che sfugge alle regole del consumismo. Il tronco di un ulivo secolare narra la bellezza di un essere vivente che naviga attraverso una dimensione temporale a noi preclusa.
Sin dal 2008, dal primo uliveto a Presicce che poi entrerà a far parte dell'azienda, produciamo olio extravergine d'oliva. In quel periodo, dopo dieci anni di lavoro nell'informatica, ci lanciamo in un nuovo progetto: l'ospitalità turistica balnerare a Pescoluse.
Nel 2013 acquistiamo l'uliveto a Lizzanello. Che meraviglia! Ulivi secolari, un paesaggio "antico" alle porte di Lecce (solo 5 Km). Da subito la messa al bando di prodotti chimici per il trattamento delle piante e del terreno. Siamo azienda biologica, non solo di nome! Qui a Lizzanello, ora abitiamo stabilmente e a fine 2018 abbiamo completato due camere per l'agriturismo.
La mattina si comincia con la colazione. Attenzione, cura e gentilezza sussurrata. I frutti di stagione dal frutteto e tesori dell'orto sinergico. Le uova offerte dalle nostre galline livornesi: Cleo, Alice ed Ellen.
Una piccola biblioteca di pubblicazioni sulle perle da scoprire nel Salento, una passeggiata al centro storico di Lecce o Gallipoli oppure Otranto o la bellissima Galatina, un aperitivo al tramonto per salutare il giorno che se ne va… la confusione, lo stress non vivono qui.
La bellezza che tutti cercano e vogliono trovare, esige il silenzio!
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